Paper Mario: Il Portale Millenario

Paper Mario: Il Portale Millenario – Recensione

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Un riciclo, ma fatto molto bene

Un altro remake, un’altra “Edizione Definitiva”, un altro classico di una storica console Nintendo che torna a far capolino su Switch. Storia già vista, siamo d’accordo, ma Paper Mario: Il Portale Millenario (acquistabile da GameSop, a questo link) è anche tanto altro.

Parliamo infatti della riproposizione di uno dei titoli più amati tra i vari spin-off dedicati alle avventure del paffuto idraulico italiano, da molti considerato come la massima espressione del formato “JRPG” che si è iniziato a sperimentare dopo il successo della collaborazione con Square Enix, da cui è nato Super Mario RPG.

Non potendosi affidare costantemente a un così importante nome, con cui tra l’altro i rapporti sono andati ad affievolirsi nel corso degli anni anche a causa del passaggio della serie Final Fantasy su PlayStation, Nintendo ha dovuto e voluto provare a percorrere una strada tutta sua, fatta di creatività e imprevedibilità: dopo tutto, chi si sarebbe mai immaginato un gioco in cui Super Mario diventava di carta?

E così, con il supporto di Intelligent Systems, la casa di Kyoto è riuscita a trovare una formula magica per trasportare con successo Mario un un mondo 2D ma al tempo stesso 3D, creando una serie che in un modo o nell’altro è ancora viva e pimpante – seppur con i suoi limiti e contraddizioni.

Ci sarà però un motivo se, dopo tante generazioni, guardiamo ancora indietro con gli occhi “a cuoricino” pensando a Paper Mario: Il Portale Millenario, e questa nuova versione è pronta a ricordarcelo in modo inequivocabile.

20 anni però sono davvero parecchi ed è giusto affacciarsi a questo gioco consapevoli di come il passaggio del tempo possa avere influito sull’esperienza generale: ciò che funzionava qualche generazione fa oggi, infatti, potrebbe risultare superato o addirittura anacronistico. Da questo punto di vista va riportato come la struttura sia rimasta immutata rispetto all’originale, trattandosi di un vero e proprio “Remake 1:1” (salvo piccole eccezioni), che riprende stile, design dei livelli, meccaniche di gioco, storia, etc. senza alterarla.

In sostanza abbiamo tra le mani un JPRG con combattimenti a turni, in cui l’esplorazione è mutuata in modo davvero plateale (non necessariamente con accezione negativa) dai classici del genere, con città da visitare che possono fare da hub temporaneo, dungeon da svelare in ogni anfratto e segreti da svelare un po’ ovunque. Il tutto è convogliato in una progressione narrativamente lineare, ma che al tempo stesso sfrutta le ambientazioni che attraversiamo sbloccando alcuni accessi in relazione agli eventi, donando un maggiore senso di partecipazione.

Tra resa tecnica e scelte design, ci troviamo di fronte a una produzione ancora di assoluto valore

Lato gameplay tutto è molto “nintendoso”: il controllo sul nostro avatar, Mario ovviamente, è reattivo e soddisfacente, permettendoci di esplorare le varie aree in tutta comodità mentre scegliamo se interagire o meno con i nemici che pattugliano il cammino in modo relativamente aggressivo. Fin da subito però abbiamo la possibilità di utilizzare il fidato martello per interagire con oggetti presenti nei fondali o attaccare preventivamente gli avversari (cosa possibile anche con un salto), il che rende l’esplorazione stessa parte integrante dell’esperienza e non solo un momento di passaggio.

Essere in 2D e di cellulosa permette inoltre a Mario di sviluppare abilità speciali (uno spasso il modo in cui si ottengono) che gli consentono di passare in spazi angusti, planare come un aeroplanino, farsi a tubo o diventare una barchetta. Tutte abilità che ben si sposano all’inventiva con cui si usano prospettive e fondali, non facendo mancare per nulla la ricchezza della navigazione degli ambienti dei giochi 3D. Nel complesso quindi tra resa tecnica e scelte design, ci troviamo di fronte a una produzione ancora di assoluto valore.

Una volta in battaglia ci viene proposto un sistema di combattimento all’apparenza molto semplice, che in realtà si sviluppa in modo articolato e intrigante grazie alle numerose variabili, risultando godibilissimo anche dopo tanto tempo: Mario salirà sul palco di un teatro per affrontare i nemici affiancato da uno dei suoi compagni, potendo attaccare con un salto o con il martello, lasciando invece alla sua spalla la possibilità di usare le sue peculiari skill.

Fondamentalmente l’iconico “salto” permette di avere la meglio sulla gran parte dei rivali, consentendo (per esempio) di tarpare le ali ai nemici volanti e ribaltare a pancia in su i koopa. Di contrasto, però, non è possibile attaccare nemici dotati di spine o di particolari protezioni, dovendosi affidare al martello per superare le loro difese. Martello che, di suo, non può essere usato per raggiungere chi svolazza. E in tutti i casi, sarà richiesta una piccola partecipazione, sia in attacco che in difesa, premendo a tempo tasti e levette.

Sono inoltre presenti degli elementi di imprevedibilità grazie al pubblico, che occasionalmente proverà ad aiutare o ostacolare gli eroi

Ad ampliare le possibilità di Mario intervengono le Tessere, che forniscono poteri aggiuntivi come martellate più potenti o salti concatenati, o i classici oggetti della serie, con i quali curarsi, causare danno extra, ribaltare i nemici e via dicendo. Sono inoltre presenti degli elementi di imprevedibilità grazie al pubblico, che occasionalmente proverà ad aiutare o ostacolare gli eroi, lasciando a noi il compito di far sì (con la tempestiva pressione di un tasto) che l’intervento avvenga assecondato o intercettato.

Il “gradimento” del pubblico, affascinato dall’efficacia nel mandare a segno i colpi con il giusto tempismo ad esempio, permette inoltre di accedere ad abilità speciali ottime per uscire dalle situazioni complicate. E per rispettare al 100% l’idea della rappresentazione teatrale, le posizioni in campo di eroi e rivali saranno cruciali per decidere l’ordine degli attacchi e determinare l’efficacia finale delle strategie, portando il giocatore a scegliere se invertire l’ordine di azione, cambiare partner o attaccare prima un nemico che equipaggia un oggetto (gli stessi che possiamo usare noi).

A rendere ancora più intrigante l’esperienza ci pensa il colorato e immaginativo mondo di gioco, ripensato per meglio calzare le potenzialità di Nintendo Switch e la visualizzazione sugli schermi digitali – ricordiamo che al tempo ancora giocavamo sui vetusti ma mai dimenticati CRT. Il lavoro di restauro infatti non si limita a un aumento della risoluzione, ma contempla anche un intervento sugli assets, rivisti e sostituiti nella quasi totalità.

Tutto risulta effettivamente più cartoso (ma si può dire?), abbandonando l’ambiguità di alcuni elementi del fondale presenti nel titolo originale, i quali potevano essere tranquillamente usati anche in altri giochi non a tema senza sfigurare. Oggi invece ci troviamo di fronte a dei veri e propri allestimenti di scena, da cui possiamo scorgere spigoli o pieghe imperfette. Sono cambiati alcuni colori, rinnovati gli effetti visivi e il tutto risulta davvero pulito e gradevole alla vista.

Il lavoro svolto da Intelligent Systems risulta davvero ottimo sotto tutti i punti di vista

Le note stonate sono da ritrovarsi in pignolerie tecniche che poco hanno a che fare con la resa finale: innanzitutto il framerate in questa nuova versione si ferma a 30 fps, mentre Paper Mario: Il Portale Millenario su Gamecube schizzava a 60 gustosissimi frame al secondo. Anche quanto a risoluzione forse si poteva fare qualcosa in più, con il gioco che non riesce a raggiungere la risoluzione nativa né in modalità TV né in modalità Portatile.

Quanto questo impatti sul risultato finale dipende dalla sensibilità della persona: gioco alla mano, però, è difficile che ci si possa impuntare su queste due incertezze come reali impedimenti alla fruizione finale, considerato poi come nel complesso il lavoro svolto da Intelligent Systems risulti davvero ottimo sotto tutti i punti di vista e sufficientemente moderno per posizionarsi con fiducia nella libreria della console (si poteva dire lo stesso di Super Mario RPG? Non saprei…).

Paper Mario: Il Portale Millenario risplende anche per via della libertà espressiva che caratterizzava le opere di questo “franchise parallelo” nei primi anni di vita, in particolare per quel che concerne la creazione di personaggi secondari e delle interazioni con i membri del cast principale.

La varietà con cui sono rielaborati goomba, koopa e anche i toad è cosa rara ai giorni nostri, con produzioni quali Color Splash e Origami King costrette a deviare dalla reinterpretazione dei classici, introducendo invece design e (letteralmente) oggetti che quasi stonano con il contesto. Possiamo quindi goderci Koopa avventurieri o casalinghi, Goomba scienziati o malviventi, e perfino nuovi minion di Bowser, come la fedele Kameka, o addirittura dei Twomp con la passione per i quiz televisivi.

Questo genere di libertà creativa è da apprezzare in quanto traspare anche a livello di scrittura, sempre molto divertente e a tratti anche sagace, potendo trattare tematiche che mai avremmo immaginato nella serie principale, soprattutto in specifiche situazioni legate a comprimari e villain. Senza contare il giusto grado di referenzialità e autoironia con cui vengono rappresentati Mario, Peach, Bowser… e anche Luigi, sia chiaro, con quasi la consapevolezza di essere parte di un videogioco.

Nota di coda per il comparto audio, costruito su accompagnamenti davvero riuscitissimi, soprattutto in battaglia, e il delizioso vociare dei personaggi realizzato su toni, senza doppiaggio (se non per qualche parola di Mario) ma comunque particolarmente espressivo. È davvero molto complicato premere un tasto al primo avvio del gioco, perché la musica è davvero trascinante!

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Conclusioni

Paper Mario: Il Portale Millenario è, oggi come 20 anni fa, il miglior titolo del franchise, grazie alla sua grande capacità di fondere gameplay e carisma. All’apparenza semplice, quasi infantile, il gioco cresce sia per dinamiche di gameplay che in tematiche, offrendo uno sguardo atipico per un mondo così conosciuto e apprezzato dai più.

Divertente, lungo, appagante e impegnativo quanto basta, rappresenta un’ottima aggiunta all’offerta di Nintendo Switch e fa venire voglia di immaginare come potrebbero essere realizzati simili operazioni con titoli quali Super Paper Mario per Nintendo Wii. Anche se il desiderio più grande sarebbe rivedere Intelligent Systems all’opera su un gioco dotato della stessa libertà creativa quanto a intervento sui personaggi e convenzioni del Regno dei Funghi.

Un ottimo titolo quindi, che non soffre troppo il passare degli anni a livello di game design e che si veste a nuovo per presentarsi a dovere alle nuove generazioni.

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Paper Mario: Il Portale Millenario
  • Good
    +Creativo, geniale, divertente
    +Sistema di combattimento più profondo di quanto sembri
    +Mondi di gioco intrigante e atipico per la serie
    +Lavoro di restauro praticamente perfetto
  • Bad
    -A parte i 30 fps
    -È comunque un gioco di 20 anni fa: vi piacerà ancora?
  • 9 Strepitoso
Conclusioni

Paper Mario: Il Portale Millenario è, oggi come 20 anni fa, il miglior titolo del franchise, grazie alla sua grande capacità di fondere gameplay e carisma. All’apparenza semplice, quasi infantile, il gioco cresce sia per dinamiche di gameplay che in tematiche, offrendo uno sguardo atipico per un mondo così conosciuto e apprezzato dai più.

Divertente, lungo, appagante e impegnativo quanto basta, rappresenta un’ottima aggiunta all’offerta di Nintendo Switch e fa venire voglia di immaginare come potrebbero essere realizzati simili operazioni con titoli quali Super Paper Mario per Nintendo Wii. Anche se il desiderio più grande sarebbe rivedere Intelligent Systems all’opera su un gioco dotato della stessa libertà creativa quanto a intervento sui personaggi e convenzioni del Regno dei Funghi.

Un ottimo titolo quindi, che non soffre troppo il passare degli anni a livello di game design e che si veste a nuovo per presentarsi a dovere alle nuove generazioni.

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  • Good
    +Creativo, geniale, divertente
    +Sistema di combattimento più profondo di quanto sembri
    +Mondi di gioco intrigante e atipico per la serie
    +Lavoro di restauro praticamente perfetto
  • Bad
    -A parte i 30 fps
    -È comunque un gioco di 20 anni fa: vi piacerà ancora?
  • 9 Strepitoso

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