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Smartphone, stent coronarici, iniettori diesel: c’è un filo rosso che collega questi prodotti di uso comune ed è la necessità che la produzione avvenga in modo preciso e veloce. Come? Grazie ai laser ultracorti. Ce ne ha parlato Alessandro Greborio, CEO di Lithium Lasers, spin-off del Politecnico di Milano e startup di PoliHub, che a luglio ha chiuso un round con Poli360 proprio per sviluppare un prodotto che promette di rivoluzionare l’industria manifatturiera.
 
Chi è Lithium Lasers?
  
Lithium Lasers è una startup innovativa che sviluppa e produce un particolare tipo di laser, detto a impulsi ultracorti. Il laser è un fascio di luce coerente che permette di colpire il bersaglio concentrando molto l’energia; tuttavia, prima dell’avvento dei laser ad impulsi ultracorti, la precisione di lavorazione era limitata a causa del calore che veniva prodotto sul punto di lavorazione, che finiva con il danneggiare il materiale. Questo nuovo tipo di laser permette di tagliare e modellare i materiali prima che si generi calore. Questa tipologia di sorgenti ha la caratteristica di concentrare la luce in pacchetti molto piccoli, capaci di generare elevatissime intensità ottiche di picco, permettendo di studiare e modificare la materia con una precisione non ottenibile altrimenti. Di fatto, questi laser aprono la strada a moltissime nuove possibilità applicative in vari campi come l’imaging, la spettroscopia e la microlavorazione dei materiali.
  
Siamo uno spin-off del Politecnico di Milano, nato nel 2019, con l’idea di rinnovare la tecnologia ad impulsi ultracorti per venire incontro alla crescente esigenza dell’industria manifatturiera di una sempre maggiore precisione e velocità di lavorazione. Infatti, oltre alla straordinaria precisione tipica dei laser ultracorti, la nostra tecnologia è caratterizzata anche dalla velocità di lavorazione che soddisfa le esigenze di alta produttività imposta dal mondo industriale. Grazie al nostro laser sarà quindi possibile lavorare in modo sia preciso sia veloce, in un modo oggi non ancora possibile.
  
Lithium Lasers l’abbiamo costituita in quattro: oltre a me, Roberta Ramponi (direttore dell’Istituto di Fotonica e Nanotecnologie del CNR), Marco Marangoni (Professore Ordinario di Fisica al Politecnico di Milano) e Franco Pagani (ricercatore nel campo della biologia molecolare). Oggi nel team operativo siamo io, Martina Pagani e Simone Tacchini e riuniamo diverse competenze. Io (N.d.R. Alessandro Greborio, CEO) ho grande esperienza industriale nel campo dei laser a impulsi ultracorti, Martina (N.d.R. Pagani, CMO) si occupa dello sviluppo del business e delle strategie di marketing e Simone (N.d.R. Tacchini) progetta nuovi sistemi laser. Tra poco salirà a bordo anche Osvaldo Galisia Gasperin, uno studente di dottorato di ricerca per il progetto europeo Marie Skłodowska-Curie Innovative Training Network (MSCA ITN) LasIonDef.
  
Da dove nasce l’idea? 
  
La startup nasce dall’esperienza industriale e scientifica decennale che ho avuto, con il supporto e la fiducia di Roberta Ramponi che fin dall’inizio ha creduto nel progetto. Fisicamente vede la nascita nei laboratori del Politecnico di Milano; tecnologicamente invece, grazie alle innovazioni ideate nei dieci anni di esperienza all’estero che mi hanno permesso di identificare le lacune tecnologiche dei prodotti presenti sul mercato e di pensare come superarle. Per fare questo ho messo a punto una nuova piattaforma, in grado di produrre degli impulsi laser ultracorti ad altissima frequenza, capaci di aumentare la velocità di lavorazione. A differenza di altri laser sul mercato, il nostro laser ha la caratteristica unica di emettere tanti impulsi ad alta frequenza concentrati in pacchetti che permettono di rimuovere materiale in modo molto più efficiente e veloce.
 

Un passe-partout per le microlavorazioni

 
Quali sono i prossimi obiettivi?
  
I nostri prossimi obiettivi sono di espandere il team con un Sales Director e di completare lo sviluppo del prodotto per lanciarlo sul mercato all’inizio del prossimo anno.
  
Vogliamo creare nei nostri clienti la consapevolezza che il nostro laser riesce a micro-lavorare il materiale in modo più preciso e veloce. Inoltre, il nostro laser potrà offrire una flessibilità di lavorazione senza precedenti su diversi tipi di materiale. Le microlavorazioni oggi vengono infatti effettuate su una vasta gamma di materiali (ceramiche, metalli, vetro, etc.) e ogni materiale ha bisogno di un laser customizzato sul tipo di lavorazione. Dall’esperienza dei nostri clienti e dei nostri partner impareremo come impostare il nostro prodotto su ogni materiale e svilupperemo un software che sia in grado di adattare la nostra tecnologia laser estremamente flessibile alle diverse microlavorazioni. Questo ci consentirà al contempo di mostrare ai nostri potenziali clienti che il nostro laser è un vero e proprio passe-partout per le microlavorazioni.
  
Come immaginate il futuro di Lithium Lasers? 
  
Con il nostro laser innovativo apriremo la strada ad un nuovo modo di fare microlavorazioni. In virtù della sua flessibilità e velocità di utilizzo, il nostro laser sarà ottimo per le future piattaforme di microlavorazione basate sul machine learning. L’idea è di arrivare sul mercato con un prodotto capace di contribuire alla realizzazione di piattaforme intelligenti, in grado di effettuare molteplici tipologie di lavorazioni come le microsaldature o le microlevigature che oggi vengono realizzate con macchine diverse. La nostra ambizione è contribuire tecnologicamente alla realizzazione di piattaforme in grado di effettuare l’intera gamma di microlavorazioni.
  
Un approfondimento per i non addetti ai lavori: quando parliamo di microlavorazioni, microsaldature o microlevigature a quali dimensioni facciamo riferimento?
  
Parliamo di risoluzioni sotto il micron, un millesimo di millimetro, una dimensione visibile solo al microscopio.
 

Dagli smartphone agli iniettori diesel

 
Quali sono degli esempi di prodotti che utilizzano questo tipo di microlavorazioni?
  
Gli smartphone che usano la tecnologia dei laser ad impulsi ultracorti per tagliare i vetri degli schermi. Quando cade un telefono il vetro tende a rompersi facilmente perché si propaga una crepa. Questo avviene perché i vetri lavorati con i laser attuali creano delle microcrepe sui bordi, dei punti di debolezza del materiale che lo rendono più fragile e soggetto a rotture.
  
Un altro esempio sono gli stent coronarici ad alta prestazione realizzati con leghe a memoria di forma che, come i vetri degli smartphone per essere tagliati con precisione e velocità necessitano degli impulsi ultracorti.
  
Infine, gli iniettori diesel nell’automotive. I laser ad impulsi ultracorti consentono una lavorazione molto accurata dell’iniettore, un foro molto piccolo e profondo che quando fabbricato con precisione consente una combustione più efficiente e un risparmio di carburante fino al 30%.
  
Come mai avete scelto PoliHub? In che modo vi è utile?
  
Fin da subito abbiamo realizzato che essere esperti di tecnologia non significa essere esperti di business.
  
Grazie al percorso di accelerazione offerto da Polihub e agli incontri con il team di PoliHub che sono seguiti siamo stati messi a confronto con le tematiche importanti per fare azienda, abbiamo imparato a mettere a punto un piano di business per presentarlo agli investitori in modo convincente e con successo.
  
La pandemia per voi ha rappresentato un ostacolo o un’opportunità?
  
Dietro ogni crisi si nasconde un’opportunità. Il periodo di lockdown causato dalla pandemia ci ha fornito un momento per riflettere su dove andare, ci ha obbligato ha spostare il focus dalla tecnologia al mercato e alle strategie di pianificazione e a concentrarci sul piano di business, fondamentale per chiudere il round di investimento con Poli360.

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