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Spin- off del Politecnico di Milano, HelioSwitch nasce e cresce in PoliHub con l’obiettivo di supportare gli attori del mercato elettrico di fronte alle sfide della transizione ecologica e della digitalizzazione, “trasformando le incertezze in risorse preziose”. Abbiamo chiesto al CEO, Simone Biondi, di aiutarci a fare chiarezza.

Simone, cosa fa HelioSwitch?

Fornisce servizi di previsione (consumo, produzione da fonti rinnovabili) ai diversi operatori del mercato elettrico; per capirci, e semplificando un poco, i nostri clienti sono tutte quelle società che si fanno concorrenza per venderci energia elettrica. La peculiarità delle nostre previsioni è che sono aggiornate in real-time, valorizzando le tele-letture. Questo ci permette di produrre previsioni più accurate e di aiutare i nostri clienti a limitare i costi di sbilanciamento, ovvero i costi legati al mancato rispetto dei programmi di immissione/prelievo. Per fare questo ci vuole un particolare mix di competenze.

Cioè? Qual è il mix di competenze presente in HelioSwitch?

HelioSwitch l’abbiamo costituita in quattro. Nel team, oltre a me anche i co-founder Nicholas Bonfanti, Manuele Aufiero e Matteo Scandolo, con le tutte le competenze di cui avevamo bisogno.

La mia (N.d.R. Simone Biondi, CEO) conoscenza delle vecchie e nuove sfide del mercato elettrico.

Le skill di Manuele (N.d.R. Aufiero) che gli consentono di immaginare e sviluppare modelli di simulazione innovativi, nei settori più disparati.

La capacità di Nicholas (N.d.R. Bonfanti) di implementare, testare e ingegnerizzare gli algoritmi previsionali concepiti con Manuele.

Infine, considerata la nostra mission di offrire servizi SaaS (N.d.R. Software as a Service), avevamo bisogno di una figura con competenze nello sviluppo di servizi in cloud. Per questo abbiamo incastrato Matteo (N.d.R. Scandolo) che lavora con noi pur continuando a vivere a San Francisco (e per questo non compare nella foto).

Trasformare incertezze in risorse

Da dove nasce l’idea?

Dall’amicizia e la stima tra persone con competenze diverse e complementari.

Io e Manuele abbiamo studiato Ingegneria Energetica insieme, dall’altra parte della Bovisa. Poi lui si è specializzato in Ingegneria Nucleare facendo ricerca per diversi anni all’estero, prima in Francia, poi in California, a Berkeley. Mentre era in California ha fondato Milano Multiphysics. Io all’epoca ero a Bruxelles e mi occupavo di studiare l’impatto della crescente penetrazione di rinnovabile non programmabile (tradotto eolico e fotovoltaico) sui sistemi elettrici.

Ci siamo accorti ben presto che i metodi di simulazione Monte Carlo sviluppati da Manuele sarebbero stati necessari per gestire sistemi elettrici con sempre più fonti energetiche intermittenti, discontinue, distribuite e difficili da prevedere.

All’epoca il focus delle attività di Manuele era lo sviluppo di metodi per quantificare e gestire le incertezze. Mondi diversi ma in cui strumenti e metodologie potevano essere adattati e utili per rispondere alle nuove sfide. Per questo il nostro pay-off è “Turning uncertainties into your most valuable assets”.

Come immaginate il futuro di HelioSwitch?

Direi promettente, soprattutto in relazione al fatto che i temi di cui ci occupiamo sono estremamente attuali. Le trasformazioni necessarie al sistema elettrico sono chiare e tracciate per i prossimi anni. Queste portano con sé l’esigenza di avere nuovi strumenti di previsione e ottimizzazione.

Come mai avete scelto di chiamarvi HelioSwitch?

Abbiamo messo insieme due concetti: Helios, il Dio del sole, pensando al fotovoltaico, che è ormai diventata la tecnologia più economica per produrre un kWh di energia elettrica. E Switch perché la sfida più grande, che i nostri servizi aiutano a risolvere, non è tanto legata al come produrre energia, ma a utilizzarla e accumularla quando ce ne sarà in abbondanza e costerà di meno.

Puoi farci un esempio?

In futuro avremo sempre più forme di accumulo distribuite. L’equilibrio tra energia consumata e prodotta, imprescindibile per il funzionamento del sistema elettrico, non sarà più solo garantito da poche grandi centrali ma da aggregati di risorse distribuite capaci di modificare opportunamente il loro stato di funzionamento. HelioSwitch, spin-off del Politecnico di Milano, offre servizi innovativi cloud-based finalizzati a ottimizzare l’impiego di tutte le risorse di flessibilità dei propri clienti nel mercato del bilanciamento dell’energia elettrica.

Come mai avete scelto PoliHub? In che modo vi è utile?

Siamo una costola di Milano Multiphysics che era già in PoliHub. Siamo nati da un percorso di mentorship, molto utile nel capire che era ora di smettere di (s-)vendere SoftWare e fare consulenza. I mentor, insieme a Stefano Mizio, ci hanno accompagnato in tutte le tappe, dalla costituzione all’avvio dei primi Proof-of-Concepts (POCs).

In PoliHub abbiamo trovato l’ambiente giusto e il supporto trasversale che ci ha permesso in breve tempo di passare dai POC ai primi contratti di servizio.

Collezionate un po’ di referenze, abbiamo intenzione di allargare il capitale a un investitore in modo da accelerare nello sviluppo dei servizi che abbiamo in pipeline e di puntare ad altri mercati.

Stando in PoliHub, infine, aumentiamo le chance che sia l’investitore a trovare a noi, senza bisogno di andare a cercarlo.

L’opportunità nella crisi

La pandemia per voi ha rappresentato un ostacolo o un’opportunità? 

Un’opportunità per diversi motivi: la pandemia ha modificato drammaticamente le nostre abitudini e, insieme a ciò, ha modificato i nostri consumi. I metodi previsionali standard basati sulle comuni tecniche di Machine Learning sono andati in crisi.

Nell’estate del 2020, tra la prima e la seconda ondata pandemica, abbiamo iniziato a erogare il nostro servizio a un’importante utility italiana.

Inoltre, ci ha fatto risparmiare tempo nell’acquisizione clienti. Invece di dedicare mezza giornata per un meeting in presenza, ne facevamo 3 o 4 stando a casa. Insomma, ci ha aiutato, anche se ne avremmo fatto volentieri a meno.

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