The Quarry: primo contatto con il nuovo gioco di Supermassive Games

Abbiamo provato i primi tre atti di quello che si annuncia essere un omaggio al cinema horror.

The Quarry: primo contatto con il nuovo gioco di Supermassive Games

The Quarry è l’erede spirituale di Until Dawn, una nuova avventura horror realizzata da Supermassive Games scollegata dal suo lontano parente, la serie The Dark Pictures Anthology. L’ambientazione evoca a gran voce i classici film del genere "teen horror", proseguendo sul sentiero che ha reso Until Dawn (Voto: 8.8 - Recensione) così popolare. Inoltre, proprio come in Until Dawn, la trama proporrà diverse ramificazioni e scelte da compiere, portando a un totale di ben 186 variazioni uniche del finale.

Dalle tre ore che ho passato in compagnia del gioco (ho affrontato i primi tre atti), ho certamente ritrovato le sensazioni che avevano reso Until Dawn così godibile e nuovo al momento del lancio: anche se The Quarry non sembra tentare di portare una rivoluzione, certamente mi ha affascinato grazie alla sua impostazione cinematografica e per l’amore per il genere horror, che trasuda da ogni pixel.

Non aprite… nulla!

The Quarry trae le sue ispirazioni da un vero e proprio universo horror: il campo estivo di Venerdì 13, gli adolescenti contro i mostri di Quella casa nel bosco e l’ammiccante autocoscienza di Scream. E tutto questo mentre si avvertono gli echi del banjo di Un tranquillo weekend di paura. La mia prova ha incluso esplosioni di sangue, momenti toccanti tra i personaggi e un paio di spaventi di quelli belli secchi, ma il gioco in nessun momento si è posto come troppo serioso, riuscendo a mescolare con abilità le stragi e le risate. Basta dare un’occhiata al cast per capire la direzione che Supermassive ha deciso di prendere: attori "cult" del genere come David Arquette (Scream) e il Ted Raimi di La casa sono responsabili di un benvenuto (ma-non-troppo) al campo estivo di Hackett Quarry.

Dopo un prologo spiazzante e sanguinolento, il primo atto di The Quarry prende il via nel corso dell’ultimo giorno del campeggio. I ragazzi sono andati a casa e solo gli animatori e il Sig. Hackett (Arquette) restano nel luogo. Si può passare da uno degli animatori all’altro (in totale sono nove) mentre impegnano le due ore seguenti preparando una festa, l’ultima attività del campeggio prima di tornare a casa. Cosa potrebbe andare storto? Beh, ovviamente, molte cose. Non vi anticiperò nulla degli eventi scioccanti che ho visto, ma restate tranquilli: c’è più di una minaccia a cui fare attenzione in The Quarry. Ho visto cose sovrannaturali, bestie inquietanti di vari tipi, e una creatura che non saprei nemmeno descrivere, che è comparsa alla fine della mia demo. Inoltre, ovviamente, c’è l’elemento più pericoloso: l’uomo. Del resto, è stagione di caccia aperta…

Orrore rinascimentale proiettato su volti moderni

È difficile non notare la splendida fotografia realizzata da Supermassive mentre si gioca a The Quarry: senza dubbio ci troviamo di fronte a un netto passo in avanti rispetto a Until Dawn. L’immagine è basata su un chiaroscuro di ispirazione rinascimentale, con aree fortemente caratterizzate dal contrasto tra luce e ombra che consentono apparizioni inattese proprio dalle zone meno illuminate. Lo avrete già visto in tantissimi film horror, dai classici come Il gabinetto del dottor Caligari a film più moderni come l’It del 2017. La tecnica è usata alla perfezione nel prologo, quando il poliziotto spaventoso interpretato da Raimi appare dall’oscurità e spaventa una coppia fiocamente illuminata dalle luci dell’abitacolo della loro auto.

Questa cura non è riposta solo nell’illuminazione, però. Anche il lavoro sulle inquadrature rende The Quarry il gioco più cinematografico di Supermassive fino a oggi. Inquadrature strette e claustrofobiche contribuiscono a far salire la tensione, e lavorano in accordo con animazioni facciali superdettagliate, digitalizzate da Digital Domain, l’azienda responsabile del Thanos del MCU. Non si tratta solamente di un passo in avanti rispetto a Until Dawn, ma proprio di alcuni dei visi più impressionanti mai visti in un videogioco. Sono capaci di dare letteralmente vita ai personaggi, prima che voi decidiate di, beh, ucciderli. Queste ‘perdite’, però, non significherebbero un gran che se prima non aveste avuto modo di conoscere i nove protagonisti: è su questo che si concentrano i primi due capitoli di The Quarry, ci si focalizza sui personaggi e sui rapporti che si sviluppano tra ognuno dei responsabili del campo, nonché (un aspetto cruciale) tra loro e il giocatore.

Non ci siamo già conosciuti da qualche parte?

C’è un miscuglio di archetipi del cinema "teen horror" da scoprire all’interno del gruppo. Jacob è lo sbruffone troppo sicuro di sé, Emma l’inguaribile romantica estroversa e Dylan il pazzo del gruppo. In certi momenti le rispettive personalità appaiono anche un po’ troppo caricaturali, ma onestamente questo è l’obiettivo che Supermassive si era posta: un’ode all’horror proposto con un sorriso a denti stretti di fondo, capace di estendersi fino ai padiglioni auricolari. Le interpretazioni sono di alto livello, con una rosa di star a cui si uniscono talenti in rampa di lancio: ci sono Justice Smith (Detective Pikachu), Ariel Winter (Modern Family) e la mia preferita, Brenda Song, che interpreta la carismatica leader-di-fatto del gruppo, Kaitlyn.

Caratterizzare i personaggi nel modo giusto è cruciale in un gioco del genere, ma la cosa bella è che se non vi piacciono… beh, potete sempre ucciderli, se volete. Anche se le scelte che ho compiuto nei primi due atti non hanno causato alcuna morte, mi è stato assicurato dal director del gioco Will Byles che ce ne saranno molte. Le scelte sono di fatto la colonna portante del gioco: affrontate The Quarry con animo sensibile e potreste trovarvi alla fine del gioco con tutti e nove i personaggi ancora salvi, ma se lo chiedete a me… dov’è il divertimento, in questo caso? Un tocco gradevole, in termini di narrazione, è la presenza nel gioco di un podcast interpretato da Emily e Murph di CollegeHumor: a seconda del finale che si raggiunge, l’episodio che viene riprodotto durante l’epilogo del gioco sarà differente e coerente con gli avvenimenti vissuti.

Non è il caso di reinventare la ruota

Chi conosce Until Dawn non troverà grosse sorprese in termini di gameplay: sezioni di esplorazioni, tese al recupero di indizi, saranno impreziosite da conversazioni e scelte in termini di linee di dialogo che possono cambiare la trama in modo a volte netto, a volte sottile. In situazioni di tensione, qualche Quick Time Event può fare capolino, ma si tratta più di una soluzione per proporre altre scelte che di un modo di testare i nostri riflessi. Magari volete che qualcuno dia una testata contro un albero, per dire, e vedere cosa succede! In ogni caso, The Quarry terrà conto anche delle nostre azioni più "fisiche".

Sembra davvero che non si possano prendere decisioni sbagliate, ma solo quelle che sembrano più godibili o adatte alla storia che si sta vivendo in quello specifico momento. Finora, le scelte migliori che ho fatto sono quelle che sembravano innocue, ma che hanno inevitabilmente portato alla morte di qualcuno ore dopo averle fatte. Per esempio, ho scelto di scendere da una scaletta a pioli all’inizio del gioco, e ho ottenuto dal gioco l’informazione che la scaletta, a quel punto, era diventata particolarmente instabile. Mi scuso in anticipo con il personaggio che dovesse perdere la vita a causa di questa mia azione.

Al di là dei miglioramenti nel sistema di narrazione basato sulle scelte del giocatore e nella presentazione cinematografica, Supermassive si è sforzata per rendere The Quarry accessibile alla più ampia fascia di utenti possibile. Un esempio sono i Quick Time Event, che prevedono l’interazione con lo stick analogico, più immediata rispetto all’utilizzo dei pulsanti per chi non ha la "mappa" del controller tatuata nel cervello. I tutorial, splendidamente realizzati in stile 1950, sono disponibili per abituare i giocatori a tutte le meccaniche di gameplay presenti, e sono narrati da un imitatore di Rod Serling.

E se tutto quello che vi interessa è guardare, interagendo il meno possibile e addirittura posando il controller, c’è addirittura una modalità “Movie Mode”. Essenzialmente, consiste nel determinare il comportamento di ognuno dei nove personaggi all’inizio della storia, per poi vedere come si svolgerà. Saranno cauti o fiduciosi? Educati o gradassi? Le possibilità sono numerose, e vi racconteremo in dettagli questi sistemi negli articoli successivi del nostro IGN First di aprile.

Tre ore in compagnia di The Quarry mi hanno regalato esattamente quello che mi aspettavo dal seguito spirituale di Until Dawn, nel bene e nel male. In termini di meccaniche, non è cambiato molto da quando Rami Malek ci ha spaventati tutti: siamo di nuovo di fronte a una sorta di film interattivo, e Supermassive non intende scusarsi per la sua scelta. L’amore per decenni di film horror è portato in primo piano, e la giocabilità - basica ma efficace - basata su scelte e conseguenze è perfette per il genere. Magari vi troverete a svolgere poche azioni importanti in diversi minuti di gioco, ma ognuna di queste azioni comporta un peso notevole. È ancora difficile capire quanti e quali ripercussioni e ramificazioni potremo sperimentare, immediate o sei ore più avanti nel corso della narrazione: è proprio il modo in cui la tensione viene lentamente costruita che fa di un film horror un grande film horror, e The Quarry da questo punto di vista sembra aver preso la direzione giusta.

In questo articolo

The Quarry

Supermassive Games | 10 Giugno 2022
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