IGN Retro: Wizardry

Ricordiamo una delle serie di giochi di ruolo digitali più importanti di sempre.

IGN Retro: Wizardry

Quando si discute di serie storiche di giochi di ruolo per computer è molto probabile che vengano fuori titoli come Ultima, i giochi di SSI basati su Dungeons & Dragons o Might & Magic. Tutte serie pubblicate tra gli anni '80 e '90 che hanno formato per buona parte la colonna vertebrale di GdR moderni. Più raramente si sente nominare invece una saga altrettanto importante ma meno diffusa in occidente, ovvero quella di Wizardry, un caso assai interessante per la sua peculiare distribuzione geografica. Potevo evitare di parlarvene, con il remake del primissimo Wizardry in uscita in versione definitiva nelle prossime settimane?

Dungeons & Dragons! Anzi, no...

L'uscita di Dungeons & Dragons nel 1974 è stato un evento che ha scosso notevolmente il nostro neonato mondo, visto che l'immaginario fantasy ideato da Gary Gygax e Dave Arneson ha influenzato in modo radicale lo sviluppo di uno specifico filone di videogame: ovviamente, quello dei giochi di ruolo. Il noto GdR "da tavolo" ha infatti definito tutta una serie di costanti che abbiamo trovato più o meno invariate in un'ampia gamma di videogame fantasy, a partire dalla classica scheda del personaggio coi "numeretti" che definiscono le varie caratteristiche. Questo è piaciuto particolarmente a Andrew C. Greenberg e Robert Woodhead, due studenti universitari appassionati di giochi che hanno iniziato a sviluppare un proprio videogame fantasy ispirato da titoli di fine anni '70 come il seminale Oubliette (praticamente una rudimentale versione non-ufficiale di Dungeons & Dragons pubblicata per computer nel 1977). Nei loro piani c'è l'idea di creare una vera e propria "campagna" di gioco di ruolo che non si limitasse a proporre i classici dungeon pieni di nemici e tesori ma che includesse anche qualcosa che avviene "fuori" dai labirinti.

La possibilità di sviluppare il gioco su un computer relativamente potente come Apple II fornisce inoltre al dinamico duo l'opzione di creare per la prima volta un videogame di questo genere con grafica a colori: nasce così Wizardry: Proving Grounds of the Mad Overlord, un articolato dungeon crawler che aggiunge alle classiche esplorazioni di labirinti un villaggio da usare come campo base per svolgere alcune operazioni, come la gestione del nostro gruppo di avventurieri e l'acquisto di equipaggiamento da appositi mercanti. Già che l'ho citato, è importante inoltre notare che nel 1981 il gioco in questione è il primo a fornire l'opzione di creare e gestire un intero gruppo (o meglio, "party") di personaggi, fornendo ai giocatori quello che, all'epoca, risulta un editor assai completo e versatile, capace di simulare bene la fase di creazione della "scheda" di un classico eroe in Dungeons & Dragons. Per l'occasione viene fondata una software house, Sir-Tech, che funga anche da casa produttrice, inizialmente composta dai soli Greenberg e Woodhead e poi "allargata" per avere forza lavoro sufficiente da lanciarsi nella pubblicazione multipiattaforma dei giochi.

Labirinti infiniti

Dopo l'uscita del primo episodio la storia della serie di Wizardry praticamente si "biforca". Da un lato infatti i giochi sono di grande successo in occidente, con vendite che superano persino quelle di Ultima: Sir-Tech converte il primo episodio su diversi personal computer dell'epoca come Commodore 64 e contemporaneamente mette in lavorazione dei seguiti. Tra il 1981 e il 1983 ben tre episodi della serie arrivano sul mercato ottenendo tutti ottimi riscontri di vendite e critica (pur non dimostrando, in effetti, un grande tasso di evoluzione l'uno dall'altro).

Una strada spianata per continuare il successo, dunque? Non proprio: tutta una serie di problematiche - tra cui la ricerca di un valido sistema anti-pirateria - hanno rallentato enormemente lo sviluppo di un quarto capitolo, che arriva sul mercato addirittura nel 1987 portandosi dietro una struttura e soprattutto un comparto tecnico decisamente obsoleti rispetto alla più evoluta concorrenza. Le recensioni sono poco entusiastiche e il gioco non vende al livello dei precedenti capitoli, pur presentando alcune interessanti novità narrative come ad esempio il punto di vista del precedente "cattivone" della saga. Sir-Tech non si perde però d'animo e rispolvera un gioco inviato loro da David W. Bradley, un programmatore con relativamente poca esperienza che però ha realizzato un dungeon crawler facilmente trasformabile in un capitolo di Wizardry: esce così appena un anno dopo, nel 1988, Wizardry V, gioco che praticamente ignora il quarto episodio per proporsi come una vera e propria evoluzione della saga, nonché come seguito diretto di Wizardry III. Bradley diventa così il principale sviluppatore della saga e crea due altri episodi di discreto successo, portando tra le altre cose la serie anche su Amiga col sesto episodio (ottimizzato molto male sul computer a 16 bit di Commodore).

Ricordate però che vi ho parlato di una "biforcazione" nel futuro della serie? Ecco: in Asia (e in particolare in Giappone) Wizardry vive praticamente una vita parallela, diventando un vero e proprio fenomeno. Convertito su personal computer come FM7, PC-98, MSX2 e Sharp-X1, il gioco di Sir-Tech guadagna un enorme seguito e arriva successivamente anche su NES, Super Nintendo, PC-Engine e Game Boy. Non solo, tramite una serie di accordi vengono messi in sviluppo addirittura episodi paralleli e spin-off dedicati al solo giappone, come le saghe di Wizardry Gaiden e Wizardry Empire, ciascuna composta da diversi episodi pubblicati sulle più disparate piattaforme, comprese PlayStation e PS2, per un totale di oltre venti videogame.

Sempre in Giappone lo stile di gioco di Wizardry diventa in pratica la colonna portante di numerosi dungeon crawler sviluppati da team locali, da Shining in the Darkness per Mega Drive fino ai più recenti episodi della saga di Etrian Odyssey (una serie che deve praticamente tutto ai giochi di Greenberg e Woodhead). Il capitolo più recente della serie, ovvero Wizardry 8, esce nel 2001 in solo formato PC riuscendo, sotto la guida di Brenda Garno Romero, a mantenere stile e ambientazione degli episodi originali aggiungendo sufficienti evoluzioni da risultare un videogame assolutamente valido e "aggiornato". Il prossimo passo della serie è l'uscita, prevista per il prossimo 23 maggio, del remake del primissimo Wizardry: Proving Grounds of the Mad Overlord, che arriverà su PC e console proponendo un gameplay assai simile all'originale abbinato a qualche aggiornamento dell'interfaccia e soprattutto a un totale restyling grafico.